Sinossi *: Filippo Di Benedetto fin da ragazzino maturò un forte interesse per la politica e l'impegno civile, assorbendo le passioni del padre, primo abbonato di Saracena (CS) al quotidiano comunista «L'Unità ».Organizzatore delle prime lotte sindacali e antifasciste nella zona del Pollino, a soli 21 anni - nel 1943 - fu arrestato, torturato dai fascisti e rinchiuso nel carcere di Castrovillari per un anno.Nel 1952 decise di raggiungere in Argentina il fratello Orlando che già viveva da due anni a Buenos Aires. Dopo il Golpe del 24 marzo 1976 Filippo Di Benedetto, già responsabile del patronato Inca Cgil di Buenos Aires e presidente della Filef, scelse subito da che parte stare: entrato in contatto con l'allora vice console italiano, Enrico Calamai, ed insieme al corrispondente del «Corriere della Sera », Gian Giacomo Foà , ingaggiò una vera e propria missione umanitaria: tutti e tre si misero a servizio delle centinaia di famiglie che disperate si rivolgevano al Consolato d’Italia per trovare accoglienza e rifugio di fronte ai rastrellamenti violenti degli squadroni della morte.Di Benedetto pagò a duro prezzo il suo impegno: la figlia del fratello Orlando, Domenica, fu sequestrata e torturata mentre il nipote Eduardo, sequestrato nel novembre del 1976 da quattro uomini mentre accompagnava i suoi due figli a scuola, a tutt’oggi risulta scomparso.
“L’Angelo di Buenos Aires”, attraverso le testimonianze di molti protagonisti dell’epoca che conobbero Di Benedetto, racconta una grande storia di coraggio, di dignità, di ideali e di Resistenza.