Note di regia di "Una Cosa Vicina"
Il film nasce dalla voglia di raccontare la confusione che caratterizza una vita trascorsa tra dubbi sul proprio passato, che si insinuano sottopelle nell’interpretazione del mondo. Questo percorso emotivo parte dall’innocenza dell’infanzia, che porta con sé la fascinazione per il mito, passa per l’adolescenza alimentata dall’esaltazione del male, e arriva alla necessità adulta di cercare una verità più complessa, fuori dalla retorica della cronaca e dalla narrazione dominante. Alternando materiali d’archivio, animazione, filmati familiari e riprese documentarie, il racconto cerca di restituire i molti punti di vista che compongono una storia famigliare segnata da scelte problematiche, profonde perdite, amore e resistenza quotidiana. Il cinema diventa lo strumento per porre domande forse irrisolvibili, e costruire un’immagine possibile, parziale come tutte le altre.
Loris G. Nese