LE BAMBINE - Un film emozionale
Valentina e
Nicole Bertani si raccontano in questa loro opera condivisa: il genio e la sregolatezza fanno parte del loro DNA e la potenza con cui riescono a raccontarsi lascia lo spettatore senza fiato. Un film molto particolare che affascina sin dal primo minuto con le sue immagini, la sua musica, la location, gli oggetti degli anni ’70, i costumi, e principalmente, con la bravura delle bambine protagoniste. La sceneggiatrice
Maria Sole Limodio, che insieme alle due registe ha saputo entrare nella storia per raccontarcela in modo diretto, crudo e doloroso ma assolutamente toccante ed emozionante, ha contribuito a rendere l’opera tanto realistica quanto dissacrante dei valori basilari come, ad esempio, quello della famiglia.
È la storia di Eva (
Clara Tramontano) giovanissima madre di Linda (
Mia Ferricelli) che fugge dalla Svizzera dove vive con sua madre (
Cristina Donadio) una ricca signora preoccupata della sua costante abbronzatura e superficiale bellezza. La sontuosa villa in collina e le pesanti considerazioni di sua madre la soffocano e la spingono a spostarsi in continuazione da una città all’altra portandosi dietro la figlia Linda di 8 anni, scoraggiata e scombussolata da tanti spostamenti “sente” i problemi di sua madre e accetta, per puro amore, le sue stramberie, le sue dimenticanze, la sua mancanza di attenzione nei suoi confronti. Linda spesso le deve ricordare il fatto che è solo una bambina, ma questo non sembra interessare ad Eva che conduce una vita sregolata tra sesso, droghe, alcool e amicizie poco raccomandabili. Si rifugiano a Ferrara nella casa di famiglia, in un quartiere residenziale dove subito Linda conosce due bambine vicine di casa, Azzurra (
Agnese Scazza) e Marta (
Petra Scheggia) figlie di due genitori poco presenti , sempre presi dal loro lavoro ((
Jessica Piccolo Valerani e
Matteo Martari) ma soprattutto chiaramente anaffettivi e distaccati, con le quali diventa subito amica condividendo con loro scoperte, disagi, disavventure e soprattutto una sorta di sorellanza emozionale. Tutte e tre vivono la insoddisfazione delle loro madri, una relazione malata conseguente alla ricerca di identità che rende le due mamme totalmente diverse fra loro ma, allo stesso tempo, uguali nelle loro stranezze. Le bambine realizzano con chiarezza, giorno dopo giorno una sorta di malattia diffusa, un disagio psicologico che avvolge tutti gli abitanti del quartiere, ognuno di loro, infatti, mostra lati oscuri e personalità controverse che influenzano i loro comportamenti sociali e familiari. Nel tempo che passano insieme, in attesa della “festa di fine estate” e delle giostre che verranno ad illuminare le loro povere anime ferite, faranno scoperte fondanti e conosceranno, attraverso l’esperienza di chi gli sta intorno, alcune delle prime misteriose questioni legate al sesso, alla droga, all’omosessualità, alla diversità. Anche attraverso l’accettazione della diversità di Carlino (
Milutin Dapčević) un babysitter queer amorevole e ansioso che spesso le salva da situazioni sgradevoli, e che, in fin dei conti, è l’unico che veramente si preoccupa per loro e se ne prende cura senza riserve.
Le due autrici, che si definiscono “registe libere”, hanno fatto un grande lavoro di ricerca e non hanno lasciato nulla al caso, studiando approfonditamente ogni dettaglio che volevano evidenziare per rendere il lavoro degno di nota. Si raccontano in questo film autobiografico, descrivendo personaggi che hanno veramente lasciato un segno nella loro infanzia. Le Bertani hanno fatto un gran bel lavoro riuscendo a ricostruire il set con scenografie e atmosfere che rievocano tempi che non sono troppo lontani (il film è ambientato nel 1997) ma che sembrano distanti anni luce. Un film emozionale (titolo inglese: "
Mosquitoes") che rende bene l’idea di come ci si possa sentire quando la propria presenza viene sufficientemente tollerata, una presenza di cui si potrebbe sinceramente fare a meno, proprio come quella delle fastidiosissime zanzarine.
06/09/2025, 09:41
Silvia Amadio