Note di regia di "Ni Primera Ni Dama"
Da dove nasce lo sguardo
Il mio interesse per il Cile nasce con l’Estallido Social: l’onda di protesta che, dall’ottobre 2019, ha scosso il Paese reclamando diritti sociali e dignità. È in quei giorni che ho compreso quanto quel movimento interrogasse anche l’Europa e l’Occidente. Poi, il 19 dicembre 2021, l’elezione di Gabriel Boric - a 35 anni, il più giovane presidente del Cile - ha aperto un nuovo capitolo: al suo fianco c’era Irina Karamanos, compagna e dirigente femminista, pronta a mettere in discussione il ruolo di “primera dama”.
Boric e il suo partito avevano fatto del cambio costituzionale un obiettivo collettivo, mentre Irina ha scelto di mettere in discussione dall’interno il ruolo di primera dama, trasformandolo in una battaglia simbolica e personale, radicata nei suoi principi democratici e femministi.
Decostruire un ruolo
Irina ha assunto formalmente la posizione l’11 marzo 2022, ma dichiarando fin dall’inizio l’intenzione di riformularla. Il suo percorso è stato fatto di decisioni difficili, critiche pubbliche, contraddizioni, fino a concludere il mandato il 16 novembre 2023.
Non è stata una rinuncia, ma un atto politico e simbolico: smantellare una funzione non eletta, figlia del patriarcato, restituendo coerenza a principi democratici che oggi appaiono indeboliti in molte democrazie occidentali.
I millennial tra due mondi
Irina appartiene alla generazione dei millennial (classe 1989), l’ultima ad aver conosciuto davvero l’analogico. Figlia dei baby boomers - genitori nati per lo più tra gli anni ’60 e ’70 -, i millennial si trovano schiacciati tra la Gen X e la Gen Z, con poca rappresentanza politica globale.
La sua voce dà dignità a questa generazione sospesa, e al tempo stesso diventa ispirazione per le giovani attiviste della Gen Z, che vedono in lei un modello di coraggio e di rottura.
In un’epoca in cui i valori democratici vacillano sotto il peso del capitalismo globale e del sorgere di destre concentrate solo su confini e profitti, la sua scelta diventa un gesto di resistenza e di possibilità.
Intimità e politica
Il film alterna materiali di archivio - le piazze dell’Estallido, le immagini ufficiali, i discorsi - con riprese realizzate all’interno del suo appartamento.
Qui la vita privata e quella pubblica si intrecciano, rivelando i dubbi, le fragilità, i costi interiori ed esteriori che questa decisione di cambiamento ha comportato.
È in questo spazio intimo che la politica si fa corpo e biografia.
Un contesto globale: la violenza contro le donne in politica
Raccontare una donna che mette in discussione un simbolo di potere significa confrontarsi con la realtà della violenza di genere in politica: delegittimazione, ostilità, minacce, attacchi personali e mediatici che segnano la carriera di molte donne nel mondo.
Da Marielle Franco a Cristina Fernández de Kirchner, passando per decine di figure meno note, il prezzo pagato dalle donne che osano spostare i confini resta altissimo.
Anche per questo la vicenda di Irina non è solo cilena: appartiene a una battaglia globale.
Un racconto universale
Ni Primera Ni Dama è un film sulla rappresentanza - di genere e generazionale - e sul coraggio di ridisegnare i simboli della democrazia. La storia di Irina parla a chiunque rifiuti ruoli preconfezionati e cerchi nuove forme di partecipazione. Non è soltanto il ritratto di una donna e di un Paese, ma il racconto di una generazione che reclama futuro.
Barbara Cupisti