FESTA DEL CINEMA DI ROMA 20 - Ferrero e
Manzolini: "I nostri fratelli Segreto"
Tra le proiezioni speciali della Festa del Cinema di Roma numero 20 anche il nuovo progetto di Federico Ferrone e Michele Manzolini, "I fratelli Segreto", la storia tra verità e finzione dei pionieri (italiani) del cinema brasiliano.
Come avete scoperto la storia dei fratelli Pasquale, Gaetano e Alfonso Segreto, che dopo aver abbandonato le miserie del Cilento di fine Ottocento per andare a Rio de Janeiro sono diventati i pionieri del cinema brasiliano?
"Lo stimolo - spiega Ferrone - è venuto dal direttore della cineteca di Rio de Janeiro, Michele ha vissuto a lungo in quella città. Conoscendo i nostri lavori, gli siamo parsi le persone giuste per indagare su questi 'presunti' pionieri del cinema brasiliano, approfondendone la conoscenza nei loro materiali d'archivio e poi in giro per il mondo. Abbiamo liberamente cercato di raccontarli, con i film girati lì, con elementi noti e lasciandoci andare un po' anche alla fantasia".
Aggiunge Manzolini: "Il tutto è iniziato nel 2020, è servito uno sviluppo lungo, volevamo lavorare sui film, serviva una ricognizione per capire cosa esistesse: beh, ne esisteva uno solo, ma cercarli e non trovarli (non si sa se mai verranno ritrovati, si è perso per sempre circa il 90% del cinema muto mondiale) ci è servito per mappare il poco che era stato girato a Rio in quegli anni, per elaborare la loro relazione con la città. Da cineteche di tutto il mondo sono usciti film bellissimi che ci hanno aiutato a ricostruire la storia, partendo da frammenti storici e filmici".
Quando e come avete inserito la vostra 'fantasia' nel film?
Ferrone: "Noi lavoriamo sempre molto liberamente nei nostri progetto, ammetto che stavolta c'è voluto un po' per capire quale fosse l'idea migliore e poi abbiamo capito che era raccontare il tutto come fosse una fiaba, legandoci al loro immaginario di bambini nella Cilento di fine Ottocento, che ascoltavano - immaginiamo - le storie di cantastorie o i girovaghi con lanterne magiche, e poi partono, prima due poi in tre, incontrano un elemento magico (l'invenzione del cinema), diventano ricchi e poi vanno a perdersi...".
"Ti faccio un esempio - aggiunge Manzolini - noi sappiamo con certezza che sono stati in carcere, per molti anni, ma non sappiamo il perché e allora abbiamo ipotizzato fosse dipeso dai primi anni in Brasile, una vita di strada più dura, o dalle loro simpatie anarchiche... abbiamo un po' lavorato con la fantasia dopo aver raccolto il massimo possibile di vero".
"Abbiamo anche fatto scoperte interessanti, come la fine che aveva fatto Alfonso Segreto: si sapeva solo che verso gli anni Dieci era sparito, forse dopo un tentato omicidio. Noi abbiamo scoperto che era tornato nel Cilento, aveva poi vissuto lì senza mai parlare di cinema o usare una macchina fotografica, giocando a carte fino al 1940 quando è morto, abbiamo anche individuato la sua tomba".
Che legame possiamo vedere tra il cinema delle origini e il nostro presente?
"Noi ci abbiamo visto un legame con l'oggi, ci siamo interrogati su cosa succedeva in quel periodo storico al di là del cinema, Rio era un posto particolare, c'erano problematiche non risolte e il cinema come strumento e contenuto è stato fondamentale per interrogarsi. Come si viveva, qual era la geografia del luogo? Rio ai tempi era il centro del mondo. Ragionando sulle origini del cinema era evidente che si sarebbe andati a ragionare sull'oggi: non siamo di fronte alla morte del cinema ma viviamo un momento difficile, a Rio molte sale d'epoca sono diventate cinema porno, chiese evangeliche, supemercati...".
Quando vedremo il film, dopo il festival?
"Ci stiamo lavorando con prudenza, bisogna anche un po' proteggerlo, questo nostro progetto...".
22/10/2025, 12:16
Carlo Griseri