Note di regia di "Futur Festival L'Arca del Dora"
Quando Alì Toscani mi ha chiamata per proporre a me e Marco Tecce di realizzare un cortometraggio durante i tre giorni del Kappa FuturFestival ero elettrizzata, ma anche dubbiosa, non c’ero mai stata e tutti mi preparavano al peggio. Centomila persone, sette palchi, ogni due ore cambi dei dj. Durante i sopralluoghi l’impatto emotivo con il Parco Dora è stato immediato. Mi apparteneva anche se non c’ero mai stata, mi sentivo come un adolescente che salta la scuola. Contiene quell’embrione di libertà e gioco che riconosco. Le colonne d’acciaio sembravano ignorarmi si opponevano alla ricerca delle immagini che desideravo. Non era semplice inquadrarlo. La guida silenziosa sono stati i film di Robert Altman e i piedi e le teste di Picasso. Irripetibile trovarsi in quel boato, centomila persone inneggiavano ai sali e scendi sferzanti dei dj come al Colosseo nell’antica Roma. L’Arca accoglie tutti. Chiunque fermassi era felice al Futur si sentivano capiti, liberi di esprimersi sulla stessa onda. Ringrazio le due troupe e i collaboratori esterni, tutti i tecnici del Festival che è una macchina perfetta. Grazie ad Ali Toscani che ci ha voluti in questo progetto, elaborato insieme a lei in totale libertà e comprensione. Ringrazio il co- regista e ideatore del montaggio Marco Tecce che ha reso in una sintesi perfetta il pianeta Futur.
Eleonora Danco