Sinossi *: "Okike”: dalla lingua Igbo: “il creatore”, “l'ideatore”.
Un ragazzo africano dallo sguardo sorridente è in piedi in una piccola aula di tribunale. Stringe tra le sue mani emozionate un lettore dvd portatile, su cui ha appena fatto partire “il suo film”: Okike , da lui diretto e interpretato assieme ad alcuni dei suoi coinquilini.
Davanti a lui una Commissione lo osserva perplessa, sforzandosi di seguire il suo racconto. Il ragazzo, infatti, parla uno strano mix tra un italiano stentato e un inglese elementare; per il resto si esprime in Igbo, la sua lingua madre.
Quella che sta raccontando è una vicenda simile a tante, tantissime altre: la guerra civile, l'addio alla famiglia e mesi e mesi di fuga; poi la Libia, gli scafisti, il Mediterraneo, l'Italia, lo sbarco e infine la richiesta d'asilo.
Ma ciò che Okike - questo è anche il suo nome - sta mostrando ai membri della Commissione non è un film qualsiasi. È il suo film, il film della sua vita, il racconto delle mille sofferenze che lo hanno portato fino a quel momento cruciale: ovvero di fronte alla Commissione che deciderà se credere alla sua storia e se concedergli (o meno) lo status di rifugiato politico.