Nato nel 1925 a Vigarano Mainarda, vicino Ferrara, Carlo Rambaldi (1925–2012) studiò pittura e scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna prima di entrare nel cinema negli anni Cinquanta. Il suo primo grande progetto un drago di sedici metri realizzato per “Sigfrido” (1957) annunciò l’arrivo di un artista capace di unire scultura, ingegneria e narrazione in modi senza precedenti.
Nel corso degli anni Sessanta e Settanta, Rambaldi divenne indispensabile ai cineasti più innovativi d’Italia. Lavorò con Dar...visualizza tuttorio Argento a Profondo Rosso (1975) e Quattro mosche di velluto grigio (1971), creando effetti meccanici che amplificavano la tensione psicologica. Realizzò complessi organismi meccanici per I racconti di Canterbury (1972) e Il fiore delle mille e una notte (1974) di Pier Paolo Pasolini, e contribuì a Giulietta degli spiriti (1965) di Federico Fellini e Ludwig (1973) di Luchino Visconti, per il quale creò un universo meccanizzato che simulava un ciclo lunare. Per L’ultima donna (1976) di Marco Ferreri, realizzò uno degli effetti pratici più complessi e controversi della storia del cinema.
Queste collaborazioni lo consacrarono come maestro tanto delle creature fantastiche quanto di un realismo inquietante. Mentre molti suoi contemporanei si affidavano a trucchi ottici e miniature, Rambaldi fu un pioniere di sistemi animatronici completamente articolati, basati sull’accuratezza anatomica e sulla precisione idraulica. Il suo processo richiedeva mesi di studio e univa la maestria dello scultore all’ingegneria meccanica.
A Hollywood il suo lavoro gli valse tre Premi Oscar: per King Kong (1976) in cui progettò un gorilla animatronico a grandezza naturale; Alien (1979) per il quale realizzò lo xenomorfo ideato da H.R. Giger; per E.T. l’extra-terrestre (E. T. the Extra-Terrestrial) (1982) dove creò uno dei personaggi più riconoscibili e amati della storia del cinema. L’E.T. di Rambaldi incarnava perfettamente la sua filosofia artistica di fondere la maestria tecnica con la sensibilità emotiva.
I suoi progetti visionari contribuirono anche ad altri capolavori del cinema internazionale, tra cui spiccano Dune (1984) di David Lynch e Incontri ravvicinati del terzo tipo (Close Encounters of the Third Kind) (1977) di Steven Spielberg.
Traendo ispirazione da Leonardo da Vinci, che considerava un precursore dell’animatronica cinematografica, Rambaldi mantenne le tecniche tradizionali di scultura anche quando l’industria si orientò verso i metodi digitali. Considerava gli effetti speciali strumenti narrativi essenziali, e non semplici conquiste tecniche.
Tra i numerosi riconoscimenti ricevuti oltre a tre Premi Oscar, un Saturn Award per i migliori effetti speciali, un David di Donatello Speciale e un riconoscimento dalla Los Angeles Film Critics Association. E per il 2026 è prevista la cui cerimonia ufficiale di disvelamento e presentazione della stella a lui dedicata sulla Hollywood Walk of Fame.