Sinossi *: Sguardi in camera è una serie documentaria che racconta la storia italiana attraverso immagini ed emozioni, mostrandoci piccoli spaccati di grandi storie del cinema in formato ridotto. È il racconto di speranze e delusioni, di utopie e disincanti, filmata da sorprendenti narratori: gli italiani con la macchina da presa, spesso inconsapevoli protagonisti e testimoni del loro tempo. Questa serie di racconti è frutto di un’esperienza collettiva e corale di chi ha guardato la realtà attraverso gli obiettivi delle cineprese amatoriali: sguardi nei quali ritrovare - in primo piano o sullo sfondo - momenti e aspetti cruciali della storia del nostro Paese. Questo affascinante autoritratto di una nazione unisce il “come eravamo” delle famiglie, i primi selfie, gli entusiasmi e i traumi vissuti e filmati nelle diverse epoche storiche: dagli anni del fascisimo alla guerra, dalla ricostruzione al boom economico, dalle contestazioni agli anni di piombo, fino alla caduta del muro di Berlino. Racconta le bellezze dell’Italia filmate, la critica e la denuncia sociale e, soprattutto, la voglia dei giovani di entrare in scena, le lotte del femminismo e l’affermarsi di una sensibilità ecologica. Vediamo anche il cambiamento dei costumi e dei modi di vivere, la possibilità di esprimersi senza alcun vincolo, attraverso un cinema libero, sperimentale e indipendente. La cinepresa diventa uno strumento per raccontare e raccontarsi o anche solamente un dispositivo per registrare ricordi, raccogliere memorie e testimoniare identità. Nei primi tre episodi sono raccontate le origini di questa storia dagli anni Venti del ‘900 alla Liberazione.
Note:
Una serie ideata e promossa da Fondazione Home Movies - Archivio Nazionale del Film di Famiglia.
EPISODIO 1
Siamo a Roma nel 1924, alcune persone escono da una chiesa e si muovono verso la cinepresa. Siamo agli albori del cinema in formato ridotto e la pellicola della famiglia D’Ambrogi ha il sapore di una sequenza antica dei fratelli Lumière. Mentre i bambini - uno dietro l’altro - rivolgono verso l’obiettivo i loro sguardi in camera, muovono i primi passi e crescono sotto l’occhio della cinepresa, gli adulti la usano per riprendere il paese: dalla suggestiva eruzione del Vesuvio alla partenza delle mongolfiere che prendono il volo dall’Arena di Verona, dalle escursioni alpinistiche sulle imponenti vette del Catinaccio ai viaggi in automobile sulle trafficate strade di New York. E c’è chi, come Pippo Barzizza, grande musicista e compositore, usa la cinepresa in modo creativo per giocare a raccontare storie con la sua famiglia, sperimentando con la tecnica come ha già fatto precedentemente, introducendo il Jazz in Italia.
EPISODIO 2
Negli anni Trenta i cineamatori - che sono ancora pochi e mediamente facoltosi, accomunati tutti da una grande passione cinematografica e dall’amore per la tecnica - filmano un’Italia che si mostra felice, tra crociere del dopolavoro, spiagge affollate e nuove stupefacenti architetture.
Non ci sono tuttavia solo quadri di pace: un ragazzo che s’imbarca per l’Etiopia filmato dal fratello, un soldato che documenta l’invasione dell’Etiopia. Nuovi scenari si affacciano sugli schermi del cinema privato. Fintanto che ritornano tutti, la vita va avanti spensierata e la giostra del film di famiglia continua, tra matrimoni, nascite, gite e girotondi.
EPISODIO 3
La guerra è diventata realtà anche per l’Italia. Il Fascismo è ancora al centro della vita degli italiani, mentre i ragazzi vanno al fronte. La partenza verso la guerra è uno dei momenti filmati, ma c’è chi filma anche il viaggio e il fronte. Immagini provenienti anche dai luoghi più estremi, come l’attuale Donbass dove combattono i soldati italiani durante la Campagna di Russia. Il ritorno a casa in licenza è un altro momento cruciale da immortalare con la propria 8mm, ancora di più se è l’occasione per un matrimonio, fatto in fretta, prima di ripartire. 1943: il fascismo cade e l’Italia è presto divisa in due, eppure si continua a filmare per documentare la distruzione portata dalla guerra con i bombardamenti o i momenti di svago e normalità sempre più rari, fino ad arrivare alla Liberazione, durante la quale le cineprese indugiano sui volti, finalmente sorridenti.