BIOGRAFILM 21 - "Quale Allegria": o zio e Lucio Dalla
Francesco Frisari con "
Quale Allegria", ci regala uno splendido ritratto documentario di suo zio. Un omaggio ad una vita vissuta ad un passo forse più lento degli altri, ma piena di inventiva, di fantasia rutilante e di lampi di genio. Si vede benissimo che questo è un lavoro che l’autore avrebbe voluto fare fin da quando era bambino, per conservare e trasmettere a tutti la strana sorpresa che è stata per lui crescere con suo zio.
Per raccontarcela nella maniera più profonda Frisari, crea un congegno per prendere le distanze dalla propria storia familiare, coinvolge dunque
Lucio Dalla grazie ad archivi privati che lo restituiscono proprio in ambito familiare, in tutta la giocosità e follia che gli faceva ritrovare in lui suo zio. Il documentario racconta molto bene anche il tema della disabilità in Italia, le difficoltà dei familiari, i problemi di inserimento nella società dei soggetti svantaggiati, attraverso un racconto molto realistico e mai retorico della vita del protagonista. Lo zio Massimo ha proprio quei peli sul collo e sulle braccia come
Lucio Dalla, quella fantasia di bambino geniale del cantante bolognese e le storie surreali che gli regala davanti alla telecamera. C’è una continua sovrapposizione tra la figura di Dalla e Massimo, quasi come se fossero la stessa persona con lo stesso immaginario. Interessante come Frisari utilizza la macchina da presa. Il documentario è girato tutto in interni, con una piccolissima troupe, il regista osserva anche il gesto più semplice per rivelare nella persona dell’amato zio, l’ordinario e lo straordinario.
Da spettatori entriamo con delicatezza nelle stanze di quella famiglia, andiamo con loro perfino in vacanza al mare, alla ricerca di un piccolo transistor radio, di quelli degli anni’80 per passare meglio le lunghe giornate di solitudine e di noia. Lo zio Massimo ha poi un passatempo in cui è bravissimo; costruisce delle scatole con nastro e cartone, dei perfetti contenitori per i suoi ricordi e i suoi tanti oggetti del passato. Ci mette dentro i dvd dei film di fantascienza, le fotografie delle vacanze, i libri e le riviste che circondano da sempre quella figura mitica di zio che ti racconta le storie che poi ti porterai dietro per tutta la vita. La musica, l’ambientazione e le musiche di Dalla, danno a tutto il film una patina di nostalgia e di dolcezza per gli anni ’80, come di cose belle che passano una volta sola e che vanno fermate, magari con un bel film.
12/06/2025, 10:05
Duccio Ricciardelli