Fotografo e artista nato a Prato nel 1974, Helmut Morganti ha costruito il suo percorso su una ricerca eclettica e inarrestabile, un viaggio attraverso i linguaggi dell'arte per esprimere un mondo interiore complesso e visionario.
Il suo cammino artistico inizia alla fine degli anni '90 con la pittura informale. Presto, però, sentendo i limiti della tela, sposta la sua ricerca sulla materia. Ispirato dall'Arte Povera e in particolare dal maestro Jannis Kounellis, trova un nuovo linguaggio espressivo nelle install...visualizza tuttolazioni su lastre di ferro. Attraverso questo mezzo, esplora il concetto di abbandono usando oggetti minimali e il peso evocativo del metallo, un percorso che culmina con la sua partecipazione alla Biennale di Firenze. Già allora, però, il suo sguardo era rivolto altrove: al cinema e alla video arte.
Con i primi cortometraggi, tra cui "Violentando le pulsioni prima di socchiudere il mio carillon", inizia a sperimentare un linguaggio onirico e potentemente drammatico. Sentendo l'arte come un "linguaggio incompiuto", nel 2007 si ritira in una pausa di riflessione, affidando alla scrittura la sua carica emotiva. Il risultato è la raccolta di poesie "Visioni", un'opera introspettiva che affronta il tema della follia, e che gli vale il secondo premio in un concorso nazionale di letteratura. Questo risultato lo spinge a un nuovo inizio: si trasferisce a Berlino.
È nella capitale tedesca che la sua ricerca trova un nuovo, folgorante strumento: la fotografia. Nello scatto, Morganti trova finalmente la sintesi tra filosofia ed emozione che cercava. L'esperienza berlinese è un periodo di grande fermento, in cui realizza anche progetti di video arte come "Frontal lobotomy" e audaci performance di street art, portando le sue fotografie monumentali nei luoghi dimenticati della città, in un dialogo continuo tra immagine e realtà.
Il ritorno a Prato segna una nuova consapevolezza. Rileggendo gli appunti scritti a Berlino, riscopre l'amore per il cinema, da lui sempre considerato "il gradino eccelso per rappresentare l'arte". Questa intuizione lo spinge a tornare dietro la macchina da presa, con un desiderio rinnovato: sviluppare arte senza restare prigioniero di un'unica forma espressiva.
Questa visione si è concretizzata nel suo ultimo lavoro, il cortometraggio "L'incompiuta".ortando avanti la sua ricerca, Morganti ha attualmente completato la sceneggiatura del suo primo lungometraggio, "L'Espace Froid": un'esplorazione della condizione umana attraverso la lente dell'esistenzialismo.